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Dichiarazione di Gianfranco FINI

Alla data della dichiarazione: Pres. Camera   (Lista di elezione: PdL)  - Deputato (Gruppo: FLI) 


 

«Tutelare l'indipendenza dei giudici. Sì alle riforme ma con l'opposizione»

  • (14 ottobre 2009) - fonte: La Stampa.it - inserita il 14 ottobre 2009 da 31

    Una frenata brusca che di certo non farà piacere a Silvio Berlusconi. Gianfranco Fini sceglie un territorio "neutrale", Francoforte, per pronunciare un no chiaro e netto a riforme in materia di giustizia che possano mettere in discussione autonomia e indipendenza della magistratura, sottoponendo il pubblico ministero a forme di controllo e dipendenza da poteri diversi dall’ordine giudiziario. Uno stop accompagnato da un’altra presa di posizione chiara sulle riforme istituzionali, che devono a suo avviso passare da «larghe intese» ed «un’ampia maggioranza».

    Fini parla in Germania ma non dimentica le durissime polemiche italiane, quando invoca una «dialettica politica che deve fondarsi su un solido ancoraggio culturale e morale che ne impedisca la degenerazione nella polemica astiosa, diseducativa, fine a se stessa».
    E non risparmia una frecciata che in molti leggono come rivolta al Cavaliere.

    Secondo Fini, infatti, l’immagine dell’Italia all’estero non dipende solo da ciò che del Belpaese scrivono i corrispondenti stranieri in Italia, ma anche «dal comportamento di tutti, istituzioni comprese». Il tema caldo resta comunque quello della giustizia. Su questo campo Fini affonda senza risparmiarsi: «Non si può, a proposito delle diversi ipotesi di riforma della giustizia, esprimere valutazioni su ciò che si dice o si pensa: dobbiamo stare ai fatti.
    E in Parlamento sono al momento pendenti diverse proposte di riforma sulla giustizia. Vedremo se e quali andranno avanti. Ma c’è un tema sul quale non ho affatto cambiato idea: è essenziale che venga comunque rispettato l’attuale principio costituzionale di autonomia e indipendenza di tutti i magistrati. E sottolineo tutti...».

    Per questo, avverte Fini, «è del tutto evidente che una cosa è pensare e prospettare di distinguere le carriere dei magistrati rimanendo tutti all’interno dell’ordine giudiziario, altro sarebbe prospettare di mettere l’ufficio del pubblico ministero sotto il controllo o alle dipendenze di un altro potere dello Stato. Questo non è accettabile:
    l’indipendenza della magistratura è un valore costituzionale fondamentale».
    Anche sulle riforme Fini è netto:
    «In questa legislatura, ripartendo subito, sono possibili e necessarie» perché «vi sono molti temi su cui l’istruttoria è a buon punto» e «sono assolutamente possibili larghe intese ed ampia maggioranza».

    Il presidente della Camera non nasconde «un ragionevole ottimismo» sulla loro realizzazione «grazie ad intese di larga maggioranza che evitino il ricorso al referendum previsto dall’articolo 138» della Costituzione e partendo dai temi che uniscono maggioranza ed opposizione.

    A Palazzo Grazioli, intanto, si susseguono gli incontri tra Berlusconi e il Guardasigilli Angelino Alfano. I coordinatori nazionali del Pdl, Sandro Bondi, Ignazio La Russa e Denis Verdini hanno reso noto che prenderanno parte alla riunione della Consulta sulla Giustizia in via dell’Umiltà .
    Nel corso dell'incontro, presieduto da Niccolò Ghedini, si affronterà il tema della riforma della Giustizia, «dalla quale - sottolineano - è fuori discussione ogni ipotesi di sottoposizione del pm all’esecutivo, tra l’altro mai prevista dal programma di governo del Popolo della Libertà».

    Ma le parole di Fini trovano accoglimento innanzitutto nell’Italia dei valori che, per bocca del capogruppo alla Camera Massimo Donadi sottolinea:
    «Fini ha ragione sull'indipendenza della magistratura, ma dovrebbe spiegarlo a Berlusconi ed alla sua maggioranza, che preparano una riforma punitiva contro i magistrati. Ci auguriamo che quelle del presidente della Camera non siano solo parole e che faccia valere il suo forte ruolo politico nel Pdl».
    Anche Dario Franceschini, segretario democratico, spende parole di apprezzamento per la figura di Fini. A chi gli chiede a quale esponente del Popolo delle libertà si senta più vicino dal punto di vista intellettuale, l’attuale leader del Pd replica:
    «Fini ha assunto posizioni coraggiose e ha senso dello Stato, quindi sicuramente lui e Stefania Prestigiacomo, perchè sta facendo bene il suo lavoro».

    Fonte: La Stampa.it | vai alla pagina

    Argomenti: giustizia, riforme istituzionali, magistratura, presidente della Camera | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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