Dichiarazione di Giuseppe Sbriglio

«Risultato sofferto, ma ce l' abbiamo fatta. C'era il mal di pancia di alcuni del Pd, ma solo qualcuno. Il segretario cittadino non si è mai opposto. Mi spiace perché in questo modo si è solo rallentato il processo. Credo che il Pd dovrebbe crescere in questo senso».

Non piaceva quella sua uscita dal Pd per entrare nell'Italia dei Valori, un transfuga a caccia di posti?

«Macché. Io nel Pd non ci sono mai stato. Ero stato eletto nell'Ulivo, nel '93 ero nella seconda circoscrizione con Alleanza per Torino, avevo vent'anni. Non ho mai creduto nel Pd e quando sono entrato nell'Idv era perché ne condividevo il progetto. Ci sono entrato quando il partito di Di Pietro era al 3%. Non sono saltato sul carro del vincitore e posso dire che la mia scelta è stata quella di tanti elettori delusi del Pd».

Sbriglio o Petrarulo. Un' alternativa fratricida?

«Non siamo mai stati in lotta. Il partito ha indicato due nomi e Petrarulo è una persona di grandi capacità con il quale andiamo d'accordissimo».

Il suo nome ballava già nel toto nomine in Provincia, poi però lei non voleva dimettersi dal Comune. Saitta è troppo severo o proprio non la voleva nella sua giunta?

«Non ritenevo giusto attenermi alle sue indicazioni, anche perché poi nella sua giunta ci sono dei sindaci. Semmai, a chiedermi di dare le dimissioni in Comune avrebbe dovuto essere il mio partito».

Chiamparino le ha chiesto qualcosa?

«Nulla, mi ha augurato buon lavoro».

Quale il suo obiettivo come erede di Montabone alle prese con Arena Rock e dintorni?

«Lavorerò sul rapporto con le associazioni e mi batterò per lo sport per disabili. Ma ho firmato solo oggi, datemi un po' di tempo per presentare un programma».

Fonte: Repubblica | vai alla pagina

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