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» Dolce, Amatissima "CRISI"
Nazareno SPERANDIO in data 24 settembre 2008
Dichiarazione di Nazareno SPERANDIO
Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Ardea (RM) (Gruppo: FI)
Dolce, Amatissima "CRISI"
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(24 settembre 2008) - fonte: http://nazarenosperandio.blogspot.com - inserita il 25 settembre 2008 da 141
Chi oggi spera che un mago arrivi e possa mandare Avanti Velocemente come in un registratore la nostra vita, cosicché si possano superare rapidamente questi momenti critici, forse aspetterà invano. Ecco il nostro lato peggiore: capire che ogni momento della nostra vita è sempre chiuso in un labirinto pieno di insidie. Naturalmente non parlo alla totalità del popolo. Credo di rappresentare il 70% della popolazione di cultura occidentale: quelli che non sono ricchi per parlare di filosofia e demagogia, quelli che non sono portatori di giustizia e politica, e quelli che osservano da lontano e che non cadono mai nell’errore di fare qualcosa, se non per sé stessi. A voi tutti dico: viva la crisi. Ci sono leggi fondamentali di fisica che ci permettono di vivere in questo mondo, e che fortunatamente l’uomo non può modificare, almeno per ora. Altrimenti avremmo potuto temere che qualcuno tentasse anche di far ruotare la Terra in modo diverso. Oggi siamo in crisi (come se ieri non lo fossimo); oggi ci raccontano che le nazioni si sono fondate su principi errati (come se oggi fosse cambiato qualcosa); oggi, chi specula, chi guadagna troppo e chi non è moderato nei profitti, è un ladro e un delinquente come chi truffa lo Stato, come chi deruba il popolo e come chi non ha mai capito che prima viene lo Stato e poi il resto (come se prima fosse normale o legale). Ora noi siamo in crisi perché la globalizzazione ha rovinato i mercati. Perché la globalizzazione non è stata corretta e devota alle regole supreme dei mercati finanziari. Il 70% del popolo non ha capito. Il 70% del popolo non sapeva nemmeno dell’esistenza della globalizzazione nei mercati. Magari ci si domandava come mai tutte le multinazionali o le grandi industrie spostassero uomini e capitali fuori dall’Europa conosciuta, e magari qualcuno ci raccontava che lavorare non serve più. Il calzolaio è virtuale: le scarpe non si riparano più. Ultimamente ci hanno detto che non conviene, e che bisogna buttare tutto e ricomprare di nuovo tutto. Così come per i vestiti, i computer, i telefonini, le bottiglie, il cibo, ecc. La crisi cambia tutto e tutti. Anche i napoletani, ora, sono diversi. Perché prima della crisi, la differenziata era impossibile da raggiungere, ed ora tutto è possibile. Anche a Napoli, si può. E guarda caso cominciamo a capire che non si può andare avanti senza energia alternativa, e che non si può più vivere sugli sprechi e sulle cose futili. Questa è crisi vera. Pensate: si parla di eliminare lo smog dalle città e di rendere le città più sicure o addirittura di rendere giustizia a tutte quelle donne che contro la propria volontà stanno in “attesa” su qualche marciapiede. Evidentemente la parola crisi ci fa fare tante più cose. E allora, Dolce Amatissima Crisi, non andare più via. Resta insieme a noi. Siamo arrivati ad avere tutto, e come per magia è sparito tutto. Le borse crollano, i grandi imperi finanziari arrivano al crac. Per colpa della globalizzazione che ha fallito. Ma che cosa è la globalizzazione? E’ un astrattismo finanziario? Un rito antropologico? Oppure ci sono dietro delle figure umane: i globalizzatori? Eccoli, i nuovi “Cesari”. Il nazismo o comunismo finanziario, l’impero delle finanze, l’integralismo più estremista che non ha colore ma che conquista lentamente nazioni e popoli senza che nessuno se ne accorga, come “la guerra dei mondi”, dove mostri ben definiti assorbono tutte le nostre energie e ci rispediscono spazzatura e macerie. Chi sono questi globalizzatori? E perché non siamo riusciti a combatterli, quando potevamo, quando anche noi avevamo le possibilità di fermare questo scempio? Circa 20 anni fa, chi ci dirigeva parlava di un mondo futuro completamente diverso da questo. Eppure, ancora oggi, gli stessi attori dicono le stesse cose. Tutto cambia tranne le loro teste. Le loro tesi rimangono uguali. Gli atti, non cambiano mai. Mi ricordo dal 1970 (circa) ad oggi. La loro crisi non è mai finita, e la nostra è solo all’inizio. Perché in un futuro ormai alle porte, una nocciolina che produce un pò di energia costerà più di una bottiglia da 1lt di petrolio, ed i “Cesari” saranno lì, con le stesse facce, con le stesse idee, con le stesse armi. E purtroppo noi non saremo più in crisi.
Fonte: http://nazarenosperandio.blogspot.com | vai alla pagina » Segnala errori / abusi