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Difendiamo il 41 bis, per distruggere la mafia.
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(02 luglio 2008) - fonte: Sito web del Partito Democratico - inserita il 03 luglio 2008 da 2761
Cinque ergastolani appartenenti ad associazioni di stampo mafioso, quattro appartenenti a “Cosa nostra” ed uno alla camorra sono usciti dal «41 bis», il regime di carcere duro riservato ai boss per impedire i contatti con l'esterno.
Tra i cinque il nome più noto è quello di Antonino Madonia, considerato uno dei più pericolosi esponenti della famiglia mafiosa palermitana che porta quel nome e che ha contribuito a insanguinare la città negli anni delle stragi e degli “omicidi eccellenti”.
Il capomafia è stato condannato a diversi ergastoli per la strage di via Pipitone Federico in cui venne ucciso il consigliere istruttore Rocco Chinnici e per quella della circonvallazione, in cui morirono il boss catanese detenuto Alfio Ferlito, tre carabinieri che lo scortavano e l’autista giudiziario, e per diversi omicidi tra cui quello del vicequestore Ninni Cassarà e gli agenti di polizia Roberto Antiochia e Natale Mondo e il commissario Beppe Montana. Lo stesso Madonia è anche sospettato di essere il mandante dell’omicidio dell’imprenditore Libero Grassi e delle stragi del 1993 di Roma e Firenze.
Già nel 2007 il tribunale di Torino aveva revocato il regime del 41bis, ma su disposizione dell’allora Guardasigilli Clemente Mastella, il carcere duro venne ripristinato nel giro di 24 ore. Allora il boss attraverso il suo avvocato aveva fatto ricorso, istanza che è stata accolta oggi dai giudici torinesi, competenti territorialmente perché il boss palermitano è detenuto nel carcere di Novara.
Appena appresa la notizia della revoca del carcere duro al boss Madonia, il senatore del Partito Democratico, Giuseppe Lumia ha duramente criticato la decisione: “Ancora una volta ad un boss del calibro di Antonino Madonia, membro di una delle famiglie mafiose più improntati di Palermo, condannato per tanti reati tra cui l’omicidio di Libero Grassi, viene revocato il regime del 41 bis dal tribunale di Sorveglianza”. Aggiungendo poi che il regime del 41bis “ è tuttora uno strumento indispensabile per recidere i legami tra i boss e le famiglie ancora attive sul territorio e non vi si può rinunciare, specialmente mentre a Palermo è partita una vera ribellione degli imprenditori. Bisogna comprendere fino in fondo in quale modo è stata fatta la considerazione del criterio della pericolosità del detenuto e dei suoi legami con l’organizzazione mafiosa e se sono state coinvolte le Procure competenti. Per questo chiedo al Ministero della Giustizia di fare chiarezza su questa vicenda”.
Le parole di Lumia descrivono la preoccupazione per una decisione sconcertante e che rischia di interrompere un processo di legalità che attraverso la collaborazione dei commercianti e degli industriali può essere vittorioso.
Inoltre c’è da ricordare che negli ultimi anni più persone si sono visti revocare il regime del 41bis, uno strumento necessario per debellare la criminalità organizzata.
La speranza è che il Guardasigilli, impegnato a tempo pieno a limitare l’uso delle intercettazioni e a bloccare i processi che vedono implicato il premier, trovi il tempo per esaminare la situazione e che intervenga immediatamente per ripristinare il carcere duro ad un individuo molto pericoloso, che si è macchiato di crimini gravissimi, in modo che non possa riallacciare i fili del comando dall’interno del carcere.
Fonte: Sito web del Partito Democratico | vai alla pagina » Segnala errori / abusi
Esporta
Commenti (2)
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Inserito il 04 luglio 2008 da 2853
Come si può prendere una decisione del genere! Revocare il regime del 41 bis a un mafioso. Non lamentiamoci poi che in Italia non c'è giustizia!
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Inserito il 04 luglio 2008 da 2853
Come si può prendere una decisione del genere! Revocare il regime del 41 bis a un mafioso. Non lamentiamoci poi che in Italia non c'è giustizia!
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