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Dichiarazione di Andrea Alzetta

Alla data della dichiarazione: Consigliere  Consiglio Comunale Roma (RM) (Lista di elezione: La Sinistra L'Arcobaleno) 


 

Lettera a Alemanno: Di chi sarai il Sindaco, degli inquilini “resistenti” o dei “legittimi” proprietari?

  • (02 maggio 2008) - fonte: ActionDiritti - inserita il 15 maggio 2008 da 100
    Lettera inviata a Alemanno subito dopo la sua elezione a Sindaco di Roma sul problema della casa nella Capitale:

    Chi scrive è tra i fondatori di Action, da sempre militanti del movimento dei centri sociali romani. Se qualcuno ci avesse detto che saresti diventato Sindaco e ti avremmo scritto una lettera, ci saremmo messi a ridere. Ma tu sei diventato Sindaco della nostra città, e a noi non viene per niente da ridere. Le famiglie che ospitiamo nelle occupazioni, quelle che difendiamo dagli sfratti e dalla dismissione degli enti si aspettano da noi delle risposte. Il mandato ricevuto da Andrea Alzetta ci impone una responsabilità politica che intendiamo assolvere nell’opposizione alla tua amministrazione. Quindi mettiamo da parte l’ideologia e proviamo a fare un ragionamento serio, sapendo che per i prossimi anni sarai Sindaco anche di questa parte importante della città.

    La tua vittoria non ci ha sconvolto, come non ci ha sorpreso il naufragio della sinistra. Non ci aspettavamo questa precipitazione ma ci erano chiari i limiti e le connivenze del sistema di potere che ha governato Roma e la sua lontananza dagli interessi della città. Nei 9 anni che Nunzio D’Erme ha passato in Consiglio Comunale, la nostra scommessa è stata proprio quella di portare gli ultimi al governo della città dando peso e voce a una periferie senza rappresentanza. Per questo nel 2002 è nata Action, per denunciare la speculazione delle grandi proprietà immobiliari che – complice la legge sulla locazione e l’amministrazione cittadina – lasciavano sfitto un patrimonio residenziale immenso, quasi 130.000 alloggi, solo per alimentare i loro interessi a scapito dei cittadini. Quel sistema di potere che ha ruotato intorno a Veltroni, Bettini Mondello, Caltagirone, Toti, Bonifaci e Parnasi siamo stati i primi a combatterlo, a sinistra, sin dalla discussione sul piano regolatore generale, quando insieme a molti Comitati di Quartiere denunciammo la regalia di 70 milioni di mq ai costruttori senza alcun beneficio per la città.
    Con i nostri metodi certo, ma - paradossalmente - l’unico governo pubblico della casa e dell’accoglienza che Roma ha avuto in questi anni è quello realizzato dalle occupazioni di stabili inutilizzati di grandi proprietà, che hanno costretto l’amministrazione a commisurare i suoi atti alle persone in carne ed ossa e alle loro difficoltà reali. Così è nata la Delibera 110 del 2005, voluta e scritta dai cittadini, dai movimenti e dai municipi, una delibera che non “sana l’illegalità” come hai sostenuto in campagna elettorale perché noi non occupiamo alloggi popolari ma, bensì, combatte la vera illegalità – quella della rendita immobiliare e fondiaria – restituendo il diritto alla casa a tutti attraverso l’utilizzo di procedure innovative e moderne: nuovi piani di edilizia economica e popolare, alloggi con affitti sostenibili, housing sociale, alloggi temporanei per gli sfrattati, sostegno ai mutui, agenzia comunale per l’affitto, ecc.
    Ma Veltroni era troppo preso a perdere le elezioni per applicare la Delibera 110, di cui resta ancora disattesa la parte sostanziale, quella che riguarda direttamente gli interessi dei poteri forti. E poi arrivi tu.

    Ora, è evidente che la nostra battaglia per rinnovare la sinistra si è infranta proprio contro la sinistra stessa. I suoi riti ammuffiti e le sue connivenze l’hanno portata al disastro e direi finalmente. Sconfitta quest’amministrazione, restano i suoi “complici” al governo di banche, finanziarie, società immobiliari, imprese di costruzione. Quei poteri forti che, all’ombra dell’affossamento della partecipazione e dei municipi, hanno usato l’urbanistica per disegnare lo sviluppo cittadino a misura dei loro conti bancari, cresciuti utilizzando il lavoro irregolare e precario dei migranti nei cantieri e dei giovani nei centri commerciali che hanno soffocato Roma. Un nuovo sacco che ha spogliato la città di sovranità e risorse pubbliche, utilizzando il cemento come metro della crescita cittadina, dalla casa alla mobilità, dai rifiuti all’energia. Altro che Cinema!
    Per questo ci chiediamo, come farà la tua “Commissione di Saggi” a scalfire questo grumo di potere che, come sai, è ben radicato anche nella tua destra e che per “vocazione” tenterà di accomodarsi al tavolo? A Veltroni proponemmo più di una volta di convocare una Conferenza cittadina sul diritto all’abitare e lo sviluppo della città, aperta al coinvolgimento diretto di enti, cittadini, forze sociali e sindacali, per rafforzare i propositi di rinnovamento. Ovviamente non l’ha mai presa in considerazione.

    La stessa proposta la facciamo a te, convinti che sarà sulle cose concrete che si misurerà anche la tua capacità di passare dalle parole ai fatti. La Delibera 110 è ancora lì, si può sicuramente migliorarla ma soprattutto bisogna volerla applicare.
    Te lo proponiamo perché non vorremmo invece che - al solito - alle prime difficoltà a sostenere un confronto efficace con i forti si torni a prendersela con i deboli, presentando come novità la restituzione alla speculazione di qualche proprietà occupata. Il palazzo di Via Carlo Felice, ad esempio, è della Banca d’Italia che l’ha lasciato vuoto con la scusa della ristrutturazione. Vogliamo farne alloggi per chi ne ha diritto o lo restituiamo al Governatore Draghi? Il complesso dell’ex Regina Elena è diventato utilizzabile solo dopo che 300 famiglie, di cui molte in attesa di casa popolare, ne hanno fatto un ricovero temporaneo. Bene, anche noi vogliamo che sia fatto l’ospedale al più presto, ma del loro diritto a un tetto che ne facciamo? Nel palazzo di Via Cesare de Lollis e in quello di Via Marchisio – dell’Holding Colella – abitano circa 200 famiglie che non potevano acquistare casa ai prezzi proposti. Altre 100 famiglie nella stessa condizione alloggiano in Via Bibulo, passati da un alto prelato a una fantomatica Araba Fenice con 10.000 € di capitale versato. Di chi sarai il Sindaco, degli inquilini “resistenti” o dei “legittimi” proprietari? E potremmo continuare, parlando della palazzina che l’Atac ha lasciato marcire da più di dieci anni, in cui 20 donne con i loro bambini convivono con un centro antiviolenza. Oppure della dismissione dei 17.000 alloggi Enasarco e del messaggio che daremo alle famiglie che non potranno acquistare casa o a quelle che vedranno raddoppiarsi i canoni dopo la dismissione dell’ultimo patrimonio residenziale ad affitti calmierati.

    Vedi Sindaco, la sicurezza e la legalità sono un bene collettivo se intaccano il sistema di privilegi eretto a difesa di soprusi e arroganze. Se, invece, riguardano esclusivamente gli ultimi della società – come dici di voler fare armando i vigili ed espellendo 20.000 nomadi – si trasformano nel suo contrario: una politica a sostegno dei forti di sempre. In realtà anche il 70% di sfratti per morosità è un serio problema di sicurezza e legalità, non credi?

    Cordiali saluti,
    Andrea Alzetta e Fabrizio Nizi di Action
    Fonte: ActionDiritti | vai alla pagina

    Argomenti: casa, occupazioni, speculazioni immobiliari | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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