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Dichiarazione di Nichi VENDOLA

Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Puglia (Partito: CEN-SIN(LS.CIVICHE))  - Consigliere Regione Puglia (Gruppo: SeL) 


 

Vendola e i termovalorizzatori privati

  • (03 febbraio 2008) - fonte: larepubblica bari - inserita il 05 maggio 2008 da 2311
    (03 febbraio 2008) - fonte: larepubblica - inserita il 05 maggio 2008 da Maxibull L´ecomafia non abita qui. Parola del governatore Nichi Vendola. Ai componenti della commissione parlamentare d´inchiesta sul ciclo dei rifiuti, durante le audizioni in prefettura a Bari, spiega che la Puglia non è la Campania e chiuderà in modo moderno il ciclo dei rifiuti. Compresi i termovalorizzatori. E non è il solo a dirlo. Anche i commissari, in modo bipartisan, confermano che nel ciclo dei rifiuti in Puglia non c´è infiltrazione delle cosche: solo qualche leggerezza nel rispetto della normativa ambientale. «C´è un sistema di imprese che talvolta ha i suoi momenti di spregiudicatezza o può violare le procedure - afferma Vendola - ma noi non siamo nella condizione in cui un intero comparto ricchissimo, lucroso dell´economia sia prigioniero della criminalità organizzata». Dopo un´ora e mezzo di audizione, annuisce il vicepresidente Camillo Piazza (Verdi). E anche l´altro vicepresidente, il pugliese Pietro Franzoso (Forza Italia), che pure aveva osteggiato Vendola in consiglio regionale prima della promozione parlamentare. La Puglia non è la Campania: non c´è camorra dietro la monnezza che si produce in Puglia e non ci saranno i sacchetti della spazzatura per strada. «È stato saggio chiudere la lunga stagione del commissariamento perché la Campania sta lì a dimostrare che dove c´è un´autorità monocratica, il territorio si deresponsabilizza», si compiace il governatore. Che ha ancora qualche potere commissariale, ma solo per chiudere ciò che ha avviato. Poca cosa per farne un «target»: aver chiuso la parentesi commissariale esattamente un anno fa, ha spuntato le ali ai suoi avversari politici che ancora gli rimproverano di aver cassato i tre termovalorizzatori pubblici dal piano del suo predecessore. «Se li avessi autorizzati, sì che saremmo diventati la discarica d´Italia», dice Vendola, perché la Puglia non ce l´avrebbe fatta a produrre tutti i rifiuti necessari per farli funzionare. Il no ai termovalorizzatori di Bari, Trani e Brindisi non è stato ideologico, tanto che ce ne sono cinque pronti a bruciare cdr, il combustibile da rifiuti. Uno è già in esercizio ed è quello di Massafra, l´unico mobilitato in Puglia per alleviare l´emergenza rifiuti in Campania. Un secondo è stato autorizzato a Modugno. Altri tre sono in fase di autorizzazione tra Manfredonia, Borgo Mazzanone e Statte. È singolare che sia proprio Vendola a mandare in soffitta i termovalorizzatori pubblici per fare spazio a quelli privati. Ma la risposta del governatore è immediata: «In quelli pubblici sarebbero stati bruciati i rifiuti talquale, in quelli privati ci va il cdr, il rifiuto trattato». Inquinano meno e non hanno bisogno di importare troppi rifiuti. Insomma, non sono più un tabù. Anzi: «Abbiamo fatto partire i cantieri di tutti gli impianti che devono servire a costruire un ciclo moderno dello smaltimento dei rifiuti e che riguardano il pretrattamento, la selezione della frazione umida dalla frazione secca, la biostabilizzaizone, il compostaggio, il cdr. Abbiamo nella parte privata, tra termovalorizzatori autorizzati e termovalorizzatori in via di autorizzazione, cinque termovalorizzatori che ci fanno guardare con tranquillità al futuro». Citando un passo della relazione della Corte dei conti, Vendola spiega che il piano dei rifiuti è stato cominciato nel 2001 poi è stato ultimato e consegnato nel 2004. «Sono stati fatti i bandi - dice il governatore - sono state fatte le gare, tutte impugnate. Mi sono insediato che avevo tutte le gare impugnate e le discariche sostanzialmente verso l´esaurimento. Ho dovuto aspettare le sentenze del Consiglio di Stato, ho firmato tutti i contratti e quindi oggi, tranne in un caso, a Corigliano d´Otranto, dove c´è da fare un approfondimento per via della falda, abbiamo cantierizzato tutti gli impianti». Vendola ammette: «Non è il paradiso ma è un processo che stiamo costruendo, che ci fa mettere nella condizione perfino di esprimere solidarietà alla Campania». Perché a Massafra le prime ecoballe sono già arrivate. E stanno ancora arrivando. Lo dice Franzoso prima che cominci l´audizione di Vendola e del suo assessore all´Ecologia, Michele Losappio. «Ne arrivano 300 al giorno - afferma - e sappiamo tutti che si tratta di un cdr non adeguato dal punto di vista tecnico: quelle ecoballe dovranno essere disfatte, dividere l´umido dal secco, e affinate per produrre un cdr appropriato per essere bruciate nel termovalorizzatore di Massafra». E la Puglia che aiuta la Campania non diventerà come la Campania. «Ma il fatto che la situazione ora non desti preoccupazione - spiega Franzoso - non significa che fra un anno non si verifichino emergenze in territori come Brindisi».
    Fonte: larepubblica bari | vai alla pagina
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Commenti (2)

  • Inserito il 05 maggio 2008 da 1896
    Siamo sicuri infine che le nostre gravine e lamie non siano infestate di rifiuti tossici? Non sarebbe il caso di dare qualche garanzia in più' Magari di far emergere verità scomode ma di creare gli strumenti e la consapevolezza civica di un maggior controllo territoriale? I rifiuti gettati nel ventre della nostra terra carsica fanno meno scandalo perché non sono a cielo aperto ma inquinano le falde e sono un male dentro... e la camorra a farsi duecento kilometri e trovare connivenze in loco non ci perde molto. Non serve aver messo le mani sul ciclo dei rifiuti, basta avere contatto con qualche clan locale e questi notoriamente ci sono!
  • Inserito il 05 maggio 2008 da 1896
    Franzoso spieghi perché tra un anno si dovrebbero verificare emergenze su Brindisi. E su Massafra occorre vigilare perché 300 balle al giorno da disfare non sono cosa da poco.

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