Ti trovi in Home  » Politici  » Pier Ferdinando CASINI  » Al Cavaliere sono saltati i nervi. Fugge dalla realtà e vuole umiliarci.

Dichiarazione di Pier Ferdinando CASINI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: UDC) 


 

Al Cavaliere sono saltati i nervi. Fugge dalla realtà e vuole umiliarci.

  • (26 novembre 2007) - fonte: corriere della sera - inserita il 09 febbraio 2008 da 100
    Onorevole Casini, Berlusconi dice che è colpa degli alleati se ha perso le elezioni «Bene, molto bene. Che altro?». Dice che la Cdl era un «ectoplasma» e non si poteva andare avanti così. «Giusto, perfetto. Ancora bene». Bene in che senso? Lei condivide? «No, ma sono contento, perché finalmente Berlusconi chiarisce le ragioni del proclama di San Babila». Che sarebbero? «Lui non ha inteso affatto lanciare un nuovo partito unitario, aperto a tutti. No, lui vuole allargare Forza Italia, umiliare i suoi alleati, scaricare su di loro una responsabilità che come minimo dovrebbe condividere. Adesso si capisce perché anche personaggi autorevoli come Adornato e Sanza si sono tirati indietro: non sono antiberlusconiani schizoidi, hanno solo capito». Insomma, voi non avete colpe per le sconfitte subite? «Ma finiamola con questa storia! Berlusconi, semmai, dovrebbe ringraziare qualche alleato che, imponendo il proporzionale, ha salvato anche lui dal disastro, perché con l' uninominale non saremmo riusciti a sommare i nostri voti... Gli alleati si sono fatti in quattro per vincere, noi dell' Udc abbiamo raddoppiato i voti. Piuttosto, se lui avesse avuto più cautela su alcune questioni, affrontate in modo ossessivo, forse adesso la storia sarebbe diversa...». Quali questioni? La tivù, la giustizia? «Lo sanno tutti di cosa parlo, via». Sinceramente, non crede anche lei che la Cdl negli ultimi tempi fosse una sorta di «ectoplasma»? «Certo, lo diciamo da un anno. Ma una delle ragioni della deriva è stato il processo di frazionamento della coalizione a cui ha pervicacemente e consapevolmente lavorato Berlusconi per indebolire i suoi alleati, anche pescando all' interno dei singoli partiti». Si riferisce a Giovanardi, o per An a Mussolini prima e Storace poi? «Non mi interessano i nomi, è l' impostazione della Cdl ad essere apparsa ridicola: alla fine si apparecchiavano ai vertici tavoli per 15 persone, secondo la più trita logica del divide et impera, e questo è quanto di più lontano c' è dal tenere unita e in armonia una coalizione». Insomma, lei non crede al Cavaliere quando dice che la porta del Pdl è spalancata per tutti gli alleati. «Secondo lei, quando uno tende una mano a un altro e gli chiede di collaborare, poi lo accusa di ogni genere di fallimento? Io credo che a Berlusconi oggi sono saltati un po' i nervi...». Rispetto a questo terremoto, qual è la contromossa dell' Udc, un patto di ferro con An che porta magari a un nuovo soggetto politico? «Non c' è una contromossa. C' è la conferma dell' analisi che andiamo facendo da tempo: la strategia della spallata è stata una fuga dalla realtà che ha portato all' implosione del centrodestra, e fuga è immaginare oggi che con la bacchetta magica si cancellano gli errori e tutto torna a posto. Non è così. Con Fini c' è perfetta identità su questa analisi, ma lui resta il leader di una destra democratica, io di una forza di centro». Solo questo vi unisce? «Ci unisce certamente il rispetto reciproco. Capisco che può essere giudicata una parola da "parrucconi", ma sono lieto di usarla, perché si può essere diversi, alleati e rispettarsi. E non dimentichiamo che Fini, come il suo partito, ha fatto grandi passi di avvicinamento al Ppe, non è la destra di 10 anni fa». Cioè non è partito che possa essere emarginato nemmeno in un sistema alla tedesca? «Assolutamente no. Anzi, paradossalmente, oggi per Fini potrebbe essere più utile il sistema proporzionale che non quello che viene fuori dal referendum». Lei appunto sostiene la necessità del modello tedesco: almeno su questo Berlusconi la soddisfa? «Se come penso non c' è strumentalità nelle parole di Berlusconi, si può davvero aprire un dialogo importante. Certo, a Veltroni non si può proporre di fare la legge elettorale e poi andare subito al voto, perché, come anche i bambini dell' asilo sanno, è il miglior modo per far saltare il tavolo: a Veltroni non puoi chiedere di certificare la morte del governo Prodi, che può morire con un' opposizione intelligente in Parlamento». Se la riforma passa, voi che fate? «Con o senza la riforma, si apre in ogni caso un grande spazio al centro tra il Pd e il Pdl, perché non è che uno il centro lo occupa solo perché fa parte del Ppe, di cui peraltro nessuno ha l' esclusiva, ma perché ha comportamenti e contenuti moderati...». Anche D' Alema lo pensa. «Ho trovato le sue parole molto ragionevoli, rispettose. E sono sicuro che potranno presto maturare nuove possibilità di apertura alla società civile che potranno far bene al Paese». Come Tabacci, chiama anche lei Montezemolo e Pezzotta a collaborare alla nascita della «Cosa Bianca»? «Io non chiamo nessuno, anzi a quei miei amici che si stanno muovendo con tanto entusiasmo, vorrei ricordare che in politica le aggregazioni si fanno, non si annunciano. E non si possono fare se prima non si chiarisce quali sono le regole del gioco... Lo dico ribadendo che l' Udc ha una linea congressuale chiara, disponibile a ogni apertura, senza alcun egoismo di partito». Ma, in conclusione, non le sembra che mentre tutti litigate il governo stia prendendo fiato? «Non c' è dubbio, quello che succede fa godere solo Prodi. Ma sia chiaro, noi non abbiamo alcuna intenzione di fargli sconti, lotteremo duramente, a partire dal welfare. Con responsabilità, certo, perché siamo persone serie che sono fiere di aver votato, solitari nell' opposizione, sì sull' Afghanistan: il patriottismo non va a giorni alterni». Onorevole Casini, ma se il governo cadesse davvero a breve, voi alle elezioni ci andreste con Berlusconi? «C' è bisogno di serenità per la riflessione e la decisione, ma sicuramente non esiste più il quadro di due anni fa, e non c' è più nemmeno la situazione di una settimana fa: qual che è successo è troppo grave per far finta che nulla sia accaduto. Ma noi siamo un partito che ha nel suo Dna l' essere alternativo alla sinistra. E da questo partiremo».
    Fonte: corriere della sera | vai alla pagina
    Argomenti: Berlusconi, centrodestra, udc, pdl, cdl | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato