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Dichiarazione di Ignazio Roberto Maria MARINO

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: L' Ulivo)  - Pres. commissione Senato XII Commissione Sanità 


 

TESTAMENTO BIOLOGICO - IL DIRITTO A POTER SCEGLIERE

  • (12 luglio 2007) - fonte: La Rinascita - inserita il 22 febbraio 2008 da 31
    Accanimento terapeutico, sospensione delle cure, testamento biologico, temi difficili e controversi che da alcuni mesi sono entrati a fare parte del dibattito pubblico anche grazie alla cassa di risonanza mediatica in occasione di fatti di cronaca eclatanti e drammatici. Negli ultimi anni, grazie ai progressi compiuti dalla scienza, i cittadini sono stati spesso sollecitati a riflettere sulle implicazioni legate all'evolversi delle malattie, sempre più curabili anche se non guaribili, e sulle tematiche legate alla fine della vita. Come è logico e giusto che accada, il dibattito ha investito anche la politica ma il percorso per arrivare a stabilire delle regole che trovino applicazione in una legge non si è rivelato privo di ostacoli. Nel momento in cui il Senato ha iniziato a lavorare sul tema del testamento biologico, all'inizio della legislatura, le difficoltà e le differenze sono venute a galla in maniera chiara ed inequivocabile. In un anno di lavoro e di approfondimenti tra audizioni, convegni, pubblicazioni, la Commissione Sanità si trova ora al punto di dover esaminare dieci disegni di legge per arrivare, in tempi ragionevoli, ad una sintesi e ad un testo il più condiviso possibile da sottoporre al voto. La legge sul testamento biologico, è bene ricordarlo, mira a stabilire il diritto di ogni persona di indicare oggi, nel pieno delle proprie facoltà, quali cure e terapie ritiene accettabili per se stesso se un giorno si trovasse senza una ragionevole speranza di recuperare la propria integrità intellettiva. Di fronte all'ipotesi di una malattia terminale, con la certezza di non poter recuperare la coscienza di sé, l’atteggiamento varia moltissimo da un individuo all’altro. C'è chi desidera accettare la fine naturale della vita senza essere sottoposto a terapie invasive e collegato a macchinari che, in determinate circostanze, servono solo a prolungare un’inutile agonia. C'è invece chi preferisce usufruire senza limiti di tutte le opzioni terapeutiche messe a disposizione dalla medicina. Ogni tipo di indicazione dovrebbe essere rispettata dato che si tratta, a mio modo di vedere, di un diritto fondamentale dato che parliamo di decisioni che riguardano il bene più prezioso che ognuno di noi possiede, ovvero la nostra stessa vita. Del resto, il modo in cui vorremmo lasciare questo mondo è una questione che toccherà tutti prima o poi ed è partendo da questo presupposto che sono convinto che una legge sia utile, anzi necessaria, al di là degli orientamenti politici, dei partiti e delle ideologie, ma nell'interesse dell'individuo, della sua dignità e dei suoi diritti civili. Le decisioni che riguardano le modalità della fine della nostra vita hanno implicazioni etiche molto forti che toccano la sfera delle libertà individuali, i valori, la cultura, l'interiorità e il modo in cui ognuno vede e concepisce la propria esistenza, il proprio corpo, la fede in ciò che verrà dopo, o l'idea del dopo. Quello che si vuole riconoscere con una legge sul testamento biologico è, dunque, il diritto di poter scegliere per se stessi, un diritto che oggi in ambito sanitario si esercita attraverso il meccanismo del consenso informato, accettato da tutti e obbligatorio per legge. Le dichiarazioni anticipate e il rifiuto dell'accanimento terapeutico altro non sono, quindi, che un allargamento dello spazio di libertà individuale che già esiste e che viene regolarmente rispettato. Questo principio è stato condiviso anche nella Convenzione di Oviedo sui diritti dell'uomo e la biomedicina, firmata nel 1997 da quasi tutti i paesi europei, compresa l'Italia. Già da tempo l'Europa, dunque, ha manifestato l'esigenza di condividere linee di indirizzo etiche comuni sui delicati temi legati alla bioetica e al progresso scientifico, in un momento storico in cui la biologia e la medicina attraversano una fase di rapidissimo sviluppo. Abbiamo dunque molte buone ragioni per affrontare il tema con serietà e senza indugi, tenendo conto anche delle numerose sollecitazioni che il Parlamento ha ricevuto dal Presidente della Repubblica, dai medici, dalle associazioni di pazienti e dai cittadini.
    Fonte: La Rinascita | vai alla pagina
    Argomenti: etica, sanità, testamento biologico | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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