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Dichiarazione di Paolo Cova

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Come cambia l’informazione

  • (24 ottobre 2016) - fonte: politici.openpolis.it - inserita il 24 ottobre 2016 da 32018
    Questa settimana abbiamo approvato un testo atteso: l’Istituzione del Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione e deleghe al Governo per la ridefinizione della disciplina del sostegno pubblico per il settore dell'editoria e dell'emittenza radiofonica e televisiva locale, della disciplina di profili pensionistici dei giornalisti e della composizione e delle competenze del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, assieme alla Procedura per l'affidamento in concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale. Il provvedimento prevede una ridefinizione della platea che può accedere ai contributi del sostegno pubblico all'editoria secondo due linee di fondo: maggiore trasparenza e migliore definizione della piccola editoria. Si vuole privilegiare in particolare il tema del no profit e delle cooperative di giornalisti, mentre si escludono, in maniera molto chiara, sia i fogli di partito sia le società quotate in Borsa. Gli obiettivi sono plurimi: si vuole assicurare diritti, libertà, indipendenza e pluralismo dell’informazione a livello locale e nazionale; incentivare l’innovazione nell’informazione e nella rete di distribuzione e vendita e le imprese del settore a investire e acquisire posizioni di mercato sostenibili nel tempo; portare sviluppo di nuove imprese editrici anche nel campo dell’informazione digitale. Perciò, vogliamo garantire che al contributo pubblico corrispondano capacità economica e imprenditoriale, una reale esistenza sulla base delle copie vendute, e la capacità di raccogliere fondi diretti. Questi fondi sono destinati, dunque, alle imprese editrici di quotidiani e periodici il cui capitale sia detenuto in misura maggioritaria da cooperative, fondazioni o enti non aventi fini di lucro; editrici di quotidiani e periodici espressione delle minoranze linguistiche; enti senza fini di lucro; cooperative giornalistiche; associazioni dei consumatori a condizione che risultino iscritte nell’elenco istituito dall’articolo 137 del codice del consumo; quotidiani e periodici in lingua italiana editi e diffusi all’estero o editi in Italia e diffusi prevalentemente all’estero; imprese ed enti che editano periodici per non vedenti e per ipovedenti. Non riceveranno i fondi organi di informazione di partiti, movimenti politici e sindacali; tutte le imprese editrici di quotidiani e periodici facenti capo a gruppi editoriali quotati o partecipati da società quotate in borsa; periodici specialistici di carattere tecnico, aziendale, professionale o scientifico. Altro punto importante del provvedimento è la revisione dell'ordine dei giornalisti e del suo consiglio nazionale secondo un principio di razionalizzazione delle competenze. Si interviene anche sul tema dei prepensionamenti di questo settore con un criterio di razionalità, che dice che laddove c’è bisogno di un intervento pubblico e, quindi, di contributi, ci deve essere rigore, un accompagnamento verso una condizione simile a quella di tutti i lavoratori. Per quanto riguarda la Rai, viene introdotto il limite massimo retributivo di 240mila euro annui per dipendenti, collaboratori e consulenti del soggetto affidatario della concessione. Inoltre, la durata della concessione per l’emittente pubblico è fissata ora in 10 anni contro i 20 precedentemente previsti.
    Fonte: politici.openpolis.it | vai alla pagina
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