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Dichiarazione di Davide Barillari

Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Lazio (Lista di elezione: M5S) 


 

LIBERTA’ DI DISINFORMAZIONE

  • (11 ottobre 2016) - fonte: dichiarazione personale - inserita il 11 ottobre 2016 da 28947
    Conosco giornalisti onesti che sono stati cacciati dalle proprie redazioni e che oggi promuovono esperienze di testate online indipendenti, fra mille difficolta’. Nessuno di loro lavora piu’ per i grossi giornali commerciali. Conosco giornalisti precari, sfruttati e sottopagati, che devono sottostare alle scelte redazionali che non condividono e ogni giorno devono digerire titoli volutamente scandalistici che sminuiscono i contenuti del loro stesso articolo. Ne conosco tanti altri, troppi, che distorcono, stravolgono o peggio nascondono le informazioni. Giornalisti legati a doppio filo con il partito di governo, giornalisti che ricevono premi e partecipano a tutte le trasmissioni televisive come “esperti di informazione”. Giornalisti che fanno molto comodo al potere, perche’ costruiscono un falso consenso in modo da far digerire scelte politiche scellerate. Chi ha il coraggio di raccontare della piu’ grande discarica d’Europa chiamata Malagrotta e della riapertura degli 8 inceneritori imposta da Renzi ? Chi ha il coraggio di scrivere una sola riga sull’aumento delle patologie tumorali nelle aree maggiormente inquinate, e la scellerata volonta’ di Nicola Zingaretti di non finanziare il registro tumori della popolazione, prima legge del M5S approvata oltre 1 anno fa e insabbiata per precisa volonta’ del PD Lazio ? Chi ha il coraggio di raccontare l’emergenza pronto soccorso, e della risoluzione 5 stelle approvata nel 2015 con tutte le soluzioni mai applicate per cecita’ politica della maggioranza piddina e per favorire espressamente la sanita’ privata ? O dei milioni di euro spesi negli appalti per ristrutturare gli ospedali con la scusa dell’emergenza giubileo, e poi i controsoffitti che crollano sui pazienti ? O dei lavoratori Maca senza stipendio da mesi ? O del grande bluff delle case della salute promesse da Zingaretti nel 2013 e mai viste (nonostante i milioni di euro spesi)? Di tutto questo ne ha mai parlato nessuna delle 18 testate che fra ieri e oggi hanno rilanciato e creato lo scoop sul mio post “contro i pennivendoli”. Tutti i cittadini sanno che nel Lazio l’informazione e’ legata al potere, e quello che una volta era il dovere della stampa di criticare le scelte sbagliate di un governo ed informare oggettivamente i cittadini sui fatti, si e’ trasformata in un privilegio (di casta) nello sparare fango su chi non e’ d’accordo con chi governa. Creando casi nazionali fondati sul nulla e alimentando la disinformazione per interi mesi (caso Muraro, caso assessori giunta Raggi). Non si parla dei morti sul lavoro, le cosiddette morti bianche. Non si parla dei mille drammi della disoccupazione. Non si parla della poverta’ e del degrado delle periferie. Non si parla dei suicidi degli imprenditori affamati dalle tasse. Non si parla dei grandi evasori e del lavoro nero. Non si parla del business dei servizi funebri, non si parla dei casi di malasanita’, non si parla degli intrecci fra mafia, sale scommesse e siti di slot online dove migliaia di persone perdono tutto quello che hanno in modo perfettamente legale. L’informazione e’ abile a creare emergenze dal nulla, scandali, senza mai pero’ fare vero giornalismo di inchiesta e puntare il dito sui veri responsabili delle vere emergenze. Distogliere l’attenzione, spostarla sul nemico di turno, delegittimare e ridicolizzare chi e’ fuori dal coro e chi come il M5S, rappresenta una delle pochissime voci pluraliste nella nostra pseudo-democrazia mediatica. Addirittura trasformare un’intimidazione, per la quale e’ in atto un’indagine della procura, in uno scherzo (caso collaboratore vicesindaco roma). O, ancora peggio, far dimenticare la vergogna di mafiacapitale e i rapporti stretti fra PD, cooperative e ambienti malavitosi che vivono di appalti pilotati in quel “mondo di mezzo” ancora vivo e vegeto, ancora da mungere. Chiediamoci allora chi finanzia i giornali. Quali potenti gruppi editoriali, quali banche, quali sponsor ci sono dietro i giornali che troviamo in edicola. Chiediamoci quali siano le strettissime relazioni fra le redazioni dei giornali e i rappresentanti politici. I giornali sono pagati con i nostri soldi. Da anni giornali di partito ricevono miliardi di finanziamenti pubblici (anche con il trucco dell’obbligo di pubblicare i bandi delle pa). L’unica forza politica che ha contrastato il finanziamento pubblico ai giornali, e settimana scorsa ha votato CONTRO in Consiglio Regionale del Lazio a ulteriori 2 milioni di euro regalati al “settore in crisi” e’ il M5S. Non e’ un caso quindi che attacchino proprio me, membro della commissione sul pluralismo dell’informazione, e la forza politica che rappresento, dopo una battaglia in aula durata 3 sedute. Battaglia della quale nulla si e’ letto sui giornali. E’ strano leggere i comunicati di tanti consiglieri regionali di destra e di sinistra che si affannano a difendere la liberta’ di stampa, quando solo pochi giorni fa sono stati in assoluto silenzio o addirittura assenti alle sedute d’aula mentre il PD si votava la sua legge truffa sull’informazione. Oggi parlano quegli stessi consiglieri che hanno bocciato ogni tentativo di introdurre nel Lazio parametri oggettivi per verificare la qualita’ dell’informazione e promuovere concretamente pluralismo ed indipendenza dell’informazione. Invece la brutta legge Ncd-Sel e’ passata, proprio grazie al loro voto. Grazie al silenzio colpevole del PD, che nel Lazio ha benedetto la santa alleanza fra estrema destra ed estrema sinistra. Ma gli italiani non sono stupidi. Gli italiani hanno capito che non devono piu’ fidarsi della stampa scandalistica. Prendo il treno tutte le mattine, e non vedo un solo passeggero che legge un giornale. Nemmeno quelli gratuiti. Gli italiani hanno capito che il 77 posto nella classifica mondiale della liberta’ di informazione non e’ solo uno slogan. Io non riesco piu’ a leggere i giornali e a guardare talk show, pollai politici e tg di regime. E insieme a me sempre piu’ italiani rifiutano il lavaggio del cervello quotidiano. Lo hanno capito proprio grazie agli attacchi ossessivi e costanti contro il M5S: da Quarto, alle Olimpiadi, allo stadio della Roma, ai tanti casi creati e alimentati ad arte. L’informazione in Italia e’ un’emergenza, e lo si vede chiaramente anche come stanno stravolgendo la campagna elettorale per il referendum costituzionale del 4 dicembre. Ma grazie al cielo esiste internet, che tante dittature cercano di chiudere e tanti politici in Italia vorrebbero imbavagliare. Ma la rete e’ libera e non sara’ mai sottomessa al potere, trovera’ sempre il modo per restare indipendente e sfondare ogni barriera. “Noi non dimentichiamo. Noi non perdoniamo”: e’ lo slogan di Anonymous. I giovani ormai usano solo il web per informarsi, risalendo direttamente alle fonti dell’informazione. Hanno cosi’ accesso al vero giornalismo, quello indipendente, dove freelance e testate online diffondono informazione molecolare fuori dal mainstream controllato dai grandi marchi commerciali. Notizie che in un attimo volano sui social, e i giornali sono costretti ad inseguire. Vendono gia’ a poco prezzo su Amazon apparecchi per lo streaming gratuito dal web sulla tv, che ci slega per sempre dai canali ufficiali e filtrati dell’informazione del mainstream. Come vedete, basta pochissimo per liberarsi dalle catene dell’informazione “standard”. Basta un attimo per spegnere la tv e accedere, gratuitamente, alla vera informazione. Il mondo e’ gia’ cambiato ma i dinosauri dell’informazione non lo hanno capito e cercano di raccontare un’altra realta’. I giornali soffrono di una grave emorragia di loro lettori e le tv si inventano nuovi format per non perdere altro audience. Ho sbagliato a dire “la pagheranno”, e’vero. Stanno gia’ pagando gli effetti della loro liberta’ di disinformazione, perche’ sempre piu’ persone rinunciano a leggere i loro giornali. Sempre piu’ persone, grazie ad internet, si liberano dall’informazione corrotta.
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