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Dichiarazione di Maurizio Terzano

Alla data della dichiarazione: Consigliere  Consiglio Comunale Cuneo (CN) (Lista di elezione: LISTA CIVICA) 


 

Tra appalti e subappalti rischia la chiusura una ditta di Centallo per la raccolta dei rifiuti

  • (14 dicembre 2010) - fonte: Targatocn - Cesare Mandrile - inserita il 08 marzo 2011 da 7194

    Rifiuti, a Napoli, come a Bolzano, passando ovviamente per Cuneo, significa denaro. Spesso, una gran quantità di denaro. Insomma, un bel business. Inevitabile che siano in molti a voler affondare i denti nella ciccia. Esiste un caso, in provincia di Cuneo, che merita una certa attenzione. La vicenda è approdata in Consiglio Comunale, ieri sera, portata a conoscenza attraverso un'interpellanza a firma dei consiglieri d'opposizione Maurizio Terzano, Imelda Massa e Beppe Lauria. Si tratta di una complicata sequenza di appalti e subappalti. Proviamo a ricostruirla.

    Nel 2007, il CEC, Consorzio Ecologico Cuneese, incaricato del ritiro e smaltimento dei rifiuti, affida l'incarico alla società che ha vinto la gara d'appalto, la SEA di Torino, la raccolta per le zone dell'alta Valle Maira e Grana e nei territori di Caraglio, Centallo e Tarantasca. La SEA, essendo a conoscenza che in questa seconda zona sta lavorando un'altra ditta, decide di affidare il servizio in subappalto alla stessa. Si tratta di una piccola azienda, a conduzione familiare, la Angelo Galiasso & c. snc, con sede a Centallo e gestita dai coniugi Galliasso, che hanno alle loro dipendenze sei operai. Che le cose non vadano per il verso giusto lo si capisce abbastanza presto: ripetutamente, le amministrazioni pare si lamentino di un servizio, a detta loro, non eseguito a regola d'arte e nel 2008 si arriva alla rescissione del contratto.

    Di qui incominciano le grane. La SEA smette di onorare i pagamenti alla Angelo Galiasso snc, che si rivolge al CEC in quanto controllore della ditta appaltatrice. Ma nel frattempo le legge è cambiata: il controllore non può più intervenire direttamente. I crediti della Galiasso verso la SEA crescono: 165.000 fino al 2008, oltre ad una mensilità nel 2009 e due nel 2010. Poco meno di 195.000 euro in tutto. Si apre un contenzioso, tuttora in corso. Intanto, il Tribunale di Cuneo, tramite un'ordinanza, obbliga il CEC a trattenere dalle fatture della SEA la somma di 37.000 euro circa. Tale somma deve restare accantonata fin quando non sarà emessa la sentenza definitiva. La Galiasso snc è costretta a lasciare a casa tutti gli operai e continua a svolgere il servizio solamente attraverso il titolare, il signor Angelo.

    Nel giugno di quest'anno, nella querelle entra la politica. La consigliera cuneese Imelda Massa scrive al sindaco, Alberto Valmaggia, per cercare di capire il motivo per cui il CEC non sia intervenuto nel merito fin da subito ed il primo cittadino le gira la risposta dello stesso Consorzio: "Non ci risultano pagamenti mancanti relativi all'appalto del gennaio 2007 per le alte Valli Maira e Grana - si legge nella nota - mentre sappiamo che esiste un contenzioso in atto tra SEA e Galiasso snc per il servizio su Tarantasca, Caraglio e Centallo e per il quale l'appalto è stato revocato in data 29 settembre 2008".

    Ieri sera, in consiglio comunale la risposta è toccata all'assessore Guido Lerda, che ha semplicemente aggiunto come alla fine di novembre il presidente del CEC, Livio Lanzavecchia, abbia cercato di avvicinare le parti per redimere il contenzioso. "Nell'occasione pretese di essere presente anche Beppe Lauria - ha detto Lerda - ma Lanzavecchia non accettò, in quanto la vide come un'interferenza politica in una questione strettamente privata". Dai banchi dell'opposizione Maurizio Terzano ha precisato che "non fu Lauria a chiedere d'intervenire, ma i coniugi Galiasso a richiederne la presenza". Fatto sta che la trattativa salta. Intanto, il giorno dopo la SEA delega il CEC ad effettuare direttamente i pagamenti al subappaltatore per le competenze sui lavori nelle Valli Maira e Grana, che, non essendo a conoscenza degli importi, chiede la cifra alla Galiasso. La ditta non avrebbe mai risposto.

    La questione, come si può notare, è lunga ed anche di difficile interpretazione, ma soprattutto destinata a protrarsi nel tempo. Da una parte, la politica che chiede la testa del presidente del CEC in quanto, come ha sostenuto Imelda Massa in consiglio "è una persona messa al servizio della collettività, non deve sedersi su una poltrona e basta". Dall'altra, non sappiamo se a ragione o torto, troviamo una ditta che, dopo aver lasciato a casa sei persone, rischia la chiusura.

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    Fonte: Targatocn - Cesare Mandrile | vai alla pagina

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