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Dichiarazione di Severino DAMIOLINI

Alla data della dichiarazione: Consigliere  Consiglio Comunale Sellero (BS) (Gruppo: Lega)  - Consigliere  Consiglio Comunale Sellero (BS) (Gruppo: Lega) 


 

Trent'anni fa la Slovacchia era come la Padania

  • (28 giugno 2010) - fonte: www.damiolini.it - inserita il 28 giugno 2010 da 6113
    Vorrei soffermare la vostra attenzione sull'interessante dato che emerge da un sondaggio di Trendsetting, realizzato dal quotidiano online Affaritaliani.it in collaborazione con l'istituto Swg. Dato che smentisce nettamente quanto affermato dal presidente della Camera Gianfranco Fini negli scorsi giorni in merito alla "percezione" dell'esistenza o meno della Padania tra i cittadini italiani in generale e padani in particolare. Tra gli intervistati da SWG, ben il 42% degli italiani riconosce l'esistenza della Padania, ben il 59% se ci si limita agli elettori del centrodestra, ma soprattutto assume, a mio parere, particolare rilevanza il fatto che ben il 61% degli cittadini residenti al Nord è favorevole alla secessione (il 47% addirittura "molto favorevole"). Ciò dimostra ancora una volta come l'attaccamento ad uno stato ed ai suoi simboli ed il sentimento di appartenenza ad una nazione non possano essere imposti per legge, nonostante troppe volte, forse per comodità o forse furbescamente si confondano il concetto di "Stato", ordinamento giuridico politico amministrativo (quindi "un apparato" esercitante il potere sovrano su un determinato territorio e sui soggetti a esso appartenenti detti "cittadini") con quello di "nazione" (dal latino natio, "nascita") ovvero un raggruppamento di persone che condividono caratteristiche comuni quali la lingua, la cultura e, normalmente, l'etnia. Del resto sulle nostre carte d'identità non troviamo scritto "nazionalità' italiana" bensì "cittadinanza" italiana" e negli anni '80 venivano chiamate "nazioni" sia l'URSS (una federazione che riconosceva ufficialmente al suo interno almeno una cinquantina di nazioni di cui ventuno istituite in repubbliche autonome) e la Yugoslavia che il Piccolo Liechtenstein (la cui popolazione non si distingue per nulla da quella dei villaggi degli stati confinanti) o San Marino (indistinguibile da qualsiasi altra cittadina dell'entroterra Romagnolo).
    Il sondaggio dimostra quindi che la "nazione italiana" nella vera accezione del termine è ancora ben lungi dal divenire, forse anche perché "l'identità italiana" tanto invocata da Fini e da altri patriottardi, non deriva dal background storico-politico-culturale originato dall'esperienza di un unico popolo, non è il risultato di un processo evolutivo strettamente legato al territorio in cui esso vive e in cui sono vissuti i suoi antenati, bensì la brutta maschera di uno STATO truffa costruito a colpi di falsi plebisciti e di guerre sanguinarie. Uno stato nato con la consapevolezza di non esistere soprattutto sul piano identitario ("Perché non siam Popolo - Perché siam divisi " recita l'Inno di Mameli), come sottolineato del resto anche da Massimo D'Azeglio ("Abbiamo fatto l'Italia ora dobbiamo fare gli italiani") uno dei pochi politici con Carlo Cattaneo capaci di intravedere gli enormi limiti della riunificazione, tanto da propugnare una soluzione che lasciasse il più possibile intatte le prerogative delle singole Nazioni presenti nello Stato italiano: il federalismo.
    Alcuni negano l'esistenza della Padania riducendola ad una semplice "espressione geografica", non riflettendo sul fatto "clamoroso" che fino a 150 anni fa la parola "Italia" non era nulla di più che questo (Metternich). Del resto trent'anni fa chi avesse osato preavvertire che potessero nascere una nazionale di calcio Croata, Ucraina, Moldava, Lituana o, per rifarci alle partecipanti al mondiale in corso, una nazionale Serba, Slovena o Slovacca, sarebbe stato preso per pazzo, esattamente come chi si augura che al più presto si possano veder scendere in campo in un mondiale, non più una "nazionale" belga, ma una Fiamminga ed una Vallona, oppure sia una "nazionale" Basca che una nazionale Catalana (da quasi 100 anni la "Selecció Catalana", attualmente allenata da Johan Cruijff e dove militano giocatori del calibro di Puyol e Xavi, disputa incontri a livello internazionale pur non essendo affiliata FIFA e Uefa) o una nazionale Corsa e perché no? Una nazionale Padana o addirittura una Lombarda, una Veneta e magari una Sarda e una Ausonica, proprio come accade per il Regno Unito dove, per uno stesso STATO, scendono abitualmente in campo ben quattro "nazionali" tutte col marchio FIFA e UEFA (Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda del Nord) senza che nessuno gridi allo scandalo.
    L'Europa degli stati sta cambiando attorno a noi, trasformandosi sempre più in un'Europa delle "Piccole Patrie" e gli unici che pare non se ne siano ancora accorti sono Fini, i suoi accoliti e gli esponenti del Centrosinistra italiano. Probabilmente per loro anche la Slovacchia non esiste e la squadra di Lippi è ancora in corsa in questo mondiale.

    Fonte: www.damiolini.it | vai alla pagina
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