Ti trovi in Home  » Politici  » Nazareno SPERANDIO  » Si riparte

Dichiarazione di Nazareno SPERANDIO

Alla data della dichiarazione: Consigliere  Consiglio Comunale Ardea (RM) (Gruppo: FI) 


 

Si riparte

  • (07 marzo 2009) - fonte: http://nazarenosperandio.blogspot.com - inserita il 21 giugno 2009 da 141

    Evidentemente a noi il “solito” resta chiaro. Ci dà fiducia, è simbolo di restaurazione e cioè di non cambiamento, e ci fa stare più tranquilli, meno pensierosi.
    Quando il popolo vuol “cambiare”, per qualcuno significa rivoluzionare, mentre per alcune classi e caste significa mediare, o tutt’al più “chiarire”.
    Chiarire che? Magari i concetti di libertà, per anni dimenticati ed oggi ripresi come il concetto di democrazia, come se due anni ci fossero e cinque no! O naturalmente vice-versa. Questa comunione economico-social-politica, che per anni costringe i popoli più e meno liberi a lavorare per mantenere concetti di democrazia e libertà. I nuovi schiavi del potere. Dirò di più: la schiavitù legalizzata dagli stessi schiavi. Perché il popolo è schiavo e non lo sa.

    Alcune questioni, prima di tutte le altre: il diritto di un popolo di ammalarsi,. Come contro mossa, caste che curano gli schiavi a loro piacimento con sistemi così antichi che non ci cascherebbero nemmeno i druidi. E il popolo perde anni e anni di vita.

    Questione sociale: agglomerati di schiavi che disturbano altri schiavi, e per far vedere che le istituzioni ci sono vicine ogni tanto frustano qualcuno, così che il malcapitato non sa nemmeno il perché.

    Questione alimentare: perché le cose che fanno male, nessuno pensa di non produrle più invece di incoraggiarle, mentre le cose che ci fanno bene vengono trattate allo stesso identico modo, così che lo schiavo deve essere considerato fesso a mangiare gli alimenti che già sa che gli faranno male!

    Questione televisiva: perché tutto il mondo occidentale è fermo su una poltrona e l’altra parte cammina!

    Questione del tempo prezioso: tutti sappiamo che il tempo è inesorabile e cioè quando pensiamo che tutto passa ci dobbiamo credere, ma nel frattempo passiamo anche noi. E’ con questo pensiero che il popolo da sempre è schiavo, e nessuno ha mai cambiato nulla, tranne per qualche eccezione.

    Oggi, arrivo al punto, cambiare non significa fare la rivoluzione, ma semplicemente partecipare, far capire che il popolo esiste, che quando qualcuno si arroga il diritto di essere il capo di tutto e tutti il popolo dissente, protesta, si arrabbia così che questa gente possa tranquillamente cambiare idea e si impegni a farci stare bene, senza patemi e senza ingloriose disfatte, e soprattutto schiavi felici e sereni.

    Al Popolo e p.c.: A tutti coloro che si sentono potenti

    Fonte: http://nazarenosperandio.blogspot.com | vai alla pagina

    aggiungi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato