Lo scorso 18 ottobre è ufficialmente entrata in vigore la legge costituzionale che estende ai diciottenni il diritto di voto per il senato. Si tratta dell'unico passo avanti significativo registrato negli ultimi mesi. Il tempo però inizia a scarseggiare.
Da 20 anni il principio di autonomia finanziaria degli enti locali è stato inserito nella costituzione. Una riforma partita dalle modifiche al titolo V, nel 2001, e tutt'ora in corso di attuazione.
Lo scorso 9 giugno la camera ha dato il suo via libera al disegno di legge che introduce il voto al senato per i diciottenni. Ma a distanza di 9 mesi dal referendum, il percorso dei correttivi necessari per completare la riforma del parlamento non si è ancora concluso.
Il presidente della repubblica viene eletto dal parlamento in seduta comune a cui si aggiungono 3 delegati per ogni regione. Il voto è segreto e ai primi scrutini è richiesta la maggioranza dei due terzi.
Le forze di centrosinistra avevano posto l'adozione di ulteriori correttivi come condizione per dire sì al taglio dei parlamentari fortemente voluto dal Movimento 5 stelle. Ma a due mesi dalla consultazione referendaria l'iter delle riforme è sostanzialmente fermo.
Il governo fa le leggi, i commissari gestiscono le emergenze, le regioni rappresentano i territori, i comuni erogano i servizi. Con un parlamento delegittimato deputati e senatori diventano un costo da tagliare, ma la democrazia diventa più debole.
I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Leggi il nostro ultimo approfondimento sui correttivi al taglio dei parlamentari. 3 i […]
Confermato in autunno il voto sul referendum, ma l'iter dei correttivi si è fermato. Erano al centro dell'accordo di governo, con l'emergenza Covid19 sono usciti dai radar.