Partiti e candidati spendono sempre più soldi in inserzioni politiche online. Il tema ormai non si può più ignorare, ma il parlamento continua a non intervenire.
L’autoregolamentazione porta a tante piccole soluzioni diverse che non aiutano a risolvere il problema mentre il parlamento italiano continua a rimanere in silenzio e il governo insiste nel non considerare il problema una priorità.
Le soluzioni messe in campo da Facebook, Twitter e Google per le elezioni europee lasciano ancora molte zone d'ombra. Il parlamento italiano dovrebbe intervenire, ma non fa nulla.
Nel 2019 si sono succedute tornate elettorali in 3 regioni. In tutte queste occasioni si è riproposto un problema dell’attuale sistema politico: il non rispetto del silenzio elettorale sui social.
Molti politici nazionali non lo rispettano. Fatto grave, specialmente quando il politico in questione è Salvini, a capo del ministero che ha il compito di vigilare sulla regolarità della propaganda elettorale.