Ti trovi in Home  » Politici  » Sergio Gaetano COFFERATI  » «Molte e forti ragioni per proclamare subito lo sciopero generale» - INTERVISTA

Chiudi blocco

Altre dichiarazioni nel periodo per gli stessi argomenti



Dichiarazione di Sergio Gaetano COFFERATI

Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU  (Gruppo: S&D) 


 

«Molte e forti ragioni per proclamare subito lo sciopero generale» - INTERVISTA

  • (29 dicembre 2010) - fonte: Liberazione - Stefano Bocconetti - inserita il 30 dicembre 2010 da 31

    Solo chi non lo conosce può pensare che sia una persona "seriosa", austera, poco incline alla battuta. Ma non è così. Infatti, quando lo si raggiunge al telefono, esordisce, senza neanche bisogno di domande: «L'accordo separato? Il meglio che si potesse ottenere, strappato al termine di una trattativa serratissima. Dove Cisl e Uil hanno fatto l'impossibile per portare a casa qualche risultato...».
    Sergio Cofferati, 63 anni fra un mese, è a Genova, per le feste. Ex segretario generale della Cgil, ex sindaco di Bologna, ora è parlamentare del piddì in Europa. Anzi, fa parte di quel gruppo dal nome lunghissimo (Alleanza Progressista dei Socialisti & Democratici al Parlamento Europeo), escamotage linguistico che serve a tenere insieme democratici e socialisti a Bruxelles.

    A parte gli scherzi, Cofferati: che significa il diktat di Marchionne?

    Rivela esattamente la sua idea di competitività, rivela la filosofia che ispira il gruppo. Idea che si fonda su due elementi strettamente connessi: il peggioramento, drammatico, delle condizioni di lavoro e la drastica riduzione dei diritti sindacali. Il tutto ovviamente con un obiettivo molto chiaro e per altro dichiarato esplicitamente: la riduzione dei costi di produzione. Che secondo Marchionne può avvenire solo per questa via. Mettendo da parte tutto ciò che riguarda la qualità, l'innovazione del prodotto e dei processi produttivi. Di tutto ciò non si è neanche provato a discutere. Vogliono competere risparmiando. Davvero una drammatica regressione.

    Qualcuno direbbe che è "tutto nella norma", nella tradizione delle imprese italiane. Non è così?

    E sbaglierebbe. Perché certo anche nei decenni passati, a più riprese, la Fiat ha puntato a ridurre i costi di produzione. Ma se ci pensi, in qualche modo, ci si è sempre occupati di innovazione e soprattutto non si sono mai attaccati i diritti sindacali. Pensa a qualche anno fa, all'accordo per lo stabilimento di Melfi...

    Anche se molti pensano che pure quell'accordo violasse i diritti sindacali...

    Ed è una valutazione errata. L'accordo di Melfi non ha mai messo in discussione alcun diritto individuale o collettivo. Sfido chiunque a sostenere il contrario.

    Torniamo a Marchionne. Secondo te la Fiat ha davvero dichiarato guerra anche alla Confindustria?

    Messa così la domanda dovrei risponderti di no. Non credo che dal punto di vista delle linee politiche ed economiche ci siano contrasti così laceranti. Però, attenzione: è vero che la Fiat si è candidata a diventare la capofila delle imprese. E questo, inevitabilmente, la porta in rotta di collisione non solo con la Confindustria ma con la stessa Federmeccanica.

    E se questo è il quadro che dovrebbe fare il sindacato? La Carnusso, ancora l'altro giorno, in un'intervista tergiversava sullo sciopero generale.

    Che dovrebbe fare un sindacato come la Cgil? Proporre a Cisl e Uil la proclamazione dello sciopero generale...

    Sembra improbale, visti i rapporti fra le confederazioni, non trovi?

    La forma è sostanza, anche in questi casi. E la Cgil è e resta unitaria. Quindi, proporre alle altre due confederazioni lo sciopero generale e poi, davanti ad una risposta negativa di Cisl e Uil, organizzarlo da sola.

    Sei d'accordo con la Fiom, insomma.

    Guarda che quando parlo di sciopero generale non penso solo alla vicenda Fiat. Io credo che lo sciopero generale vada fatto a prescindere dall'accordo separato. Perché i dati ci raccontano che la disoccupazione è arrivata ormai a livelli insostenibili e perché la Finanziaria - o legge di stabilità come si chiama adesso - prevede dei tagli al Welfare, prevede il prosciugamento dei fondi destinati agli enti locali che da qui a breve si tradurranno nell'azzeramento dei servizi sociali alle persone. C'è un drammatico impoverimento di questo paese, insomma. Che il sindacato, la Cgil deve contrastare.

    Le ultime domande riguardano temi che immagino, tu faccia un po' di fatica affrontare. La prima è sul piddì.

    Nessun problema a discuterne. Io penso che un partito di sinistra...

    Perché il pd lo è?

    Lo so che molti, te compreso, non lo vedono così ma per me lo è. Comunque io penso che, in generale, compito di tutte le forze politiche sia quello di dotarsi di proprie proposte sul lavoro e l'economia. Questo diventa assolutamente indispensabile se appunto ci si riferisce ad un partito di sinistra. Dico di più e parlo dell'oggi: penso che una vicenda come quella dell'accordo separato debba indurre i democratici a rilanciare la propria iniziativa unitaria. Insomma, io penso che l'involuzione dettata da Marchionne vada fermata e per farlo ci vuole una forte consapevolezza...

    Eppure il tuo partito è lacerato. C'è addirittura chi plaude all'intesa senza Fiom e c'è chi - penso all'ex ministro Damiano - sostiene che l'accordo va bene sulla parte industriale e che invece è da correggere solo per ciò che riguarda i diritti sindacali.

    Posizione assolutamente incomprensibile. E' evidente a chiunque abbia un minimo di dimestichezza coi problemi del lavoro che il peggioramento delle condizioni di lavoro è strettamente connessa alla negazione dei diritti sindacali. Le due cose si tengono, marciano insieme, sono state pensate una in funzione dell'altra.

    Per finire, la Fiom. Sempre la Camusso ha detto che in ogni caso un sindacato deve saper riflettere sulle proprie sconfitte. E, almeno cosi sembra di capire, lei attribuisce una minima parte di responsabilita di quel che è avvenuto anche alla Fiom. Con percentuali ridottissime, certo, ma vede colpe anche in quel sindacato di categoria. Che ne pensi?

    Penso che il metodo sia giusto. Il sindacato deve saper riflettere quando va incontro ad una sconfitta. Peccato però che in questo caso non siamo di fronte ad una sconfitta.
    Hanno voluto un accordo separato, l'hanno scritto e se lo sono firmato. Come si fa a parlare di sconfitta?

    Fonte: Liberazione - Stefano Bocconetti | vai alla pagina

    Argomenti: welfare, lavoro, sindacati, pd, confindustria, relazioni sindacali, Cgil, sciopero generale, Fiat, Melfi, costi, Fiom, Federmeccanica, Marchionne, diritti dei lavoratori, Damiano | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato