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Dichiarazione di Francesco RUTELLI

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: Per il Terzo Polo)  - Consigliere  Consiglio Comunale Roma (RM) (Lista di elezione: API) 


 

«Un esposto al Csm ma dico sì alle intercettazioni»

  • (20 dicembre 2008) - fonte: Corriere della Sera - Francesco Rutelli - (f.s.) - inserita il 20 dicembre 2008 da 31

    Caro Direttore, fa amaramente riflettere la pubblicazione sul Corriere di frasi che io avrei pronunciato due giorni fa presso la Procura di Napoli. Si tratta di un reato; e di una violazione del segreto istruttorio che mi ha spinto a presentare ieri un esposto al Consiglio superiore della Magistratura. Quelle frasi, peraltro, in più parti alterano il mio pensiero e riferiscono opinioni che non ho espresso. È bene riassumere i fatti.

    1) Non c'è neppure una parola, tra le 550 pagine dell'Ordinanza del Gip di Napoli riferite a mesi e mesi di intercettazioni, che abbia pronunciata io. Tutte le parole pronunciate da altri che si riferiscono alla mia persona sono relative a circostanze o appuntamenti ai quali io non ho partecipato, come ho spiegato analiticamente ai magistrati di Napoli.

    2) Non ho confidenza con il dott. Romeo, che ho conosciuto e verso il quale non ho avuto alcun motivo di sospetto, anche visto che la sua impresa ha vinto gare presso le più alte Istituzioni della Repubblica, grandi aziende pubbliche, imprese private. Non mi sono mai, e dico mai, occupato di promuovere o difendere gli interessi del dott. Romeo.

    3) Ci sono varie frasi, in un articolo apparso ieri che contraddicono radicalmente le mie dichiarazioni a Napoli. Ma ciò sarà evidente solo quando verrà pubblicato il verbale. Oggi il danno è fatto. Come è stato fatto il danno della pubblicazione dei verbali delle intercettazioni, con le ormai consuete modalità. Non rendono giustizia, ma sommaria ingiustizia alle persone coinvolte? La risposta inarrestabile, a quanto pare, è: Chi se ne frega.

    4) Scrive il Corriere: «Si parla di un avviso di garanzia in arrivo e a questo punto Rutelli chiede di essere ascoltato». Non è vero. La richiesta che ho subito rivolto — non appena ho saputo che gli atti erano depositati e che le intercettazioni erano online — è stata di poter dire in modo trasparente, senza avvocati, senza carte in mano, tutto quello che so; e cioè che non ho nulla a che spartire con questa vicenda.

    5) Per avere un'idea dell'intollerabile confusione che scaturisce dalla pubblicazione di queste intercettazioni, basta leggere quello che ha scritto il Corriere a proposito di mia moglie Barbara, che «nega di avere avuto incarichi dai Beni Culturali, quando lui era ministro, come invece aveva affermato Romeo in una conversazione allegata agli atti». Incredibile. In una conversazione, Romeo chiede se Barbara curasse — nientemeno — il Teatro Festival di Napoli. Il suo stesso interlocutore lo smentisce; per il vostro giornale sarebbe stato molto semplice verificare chi si occupi di questo Festival. E, invece, il Corriere sente il bisogno di pubblicare per due giorni di fila questo non-fatto, che certamente, e ingiustamente, danneggia una giornalista che ha una sua vita indipendente e mai ha collaborato alle mie attività politiche o istituzionali.

    In conclusione, caro Direttore: io sono una persona corretta e onesta che non farà mai il callo all'idea che si sollevino dubbi sulla propria onorabilità. E che pretende che la magistratura, di cui ho profondo e autentico rispetto, sia sempre molto attenta a separare gli onesti dai delinquenti, e le chiacchiere dai fatti. Continuo, però, a non essere d'accordo con chi vorrebbe impedire le intercettazioni per i reati contro la Pubblica Amministrazione. Mi batterò perché si continui a farle. Certo: è consigliabile che le inchieste giudiziarie non si riducano in alcuni casi a registratori tenuti accesi per migliaia di ore, che sostituiscano le attività di indagine. E che i frutti delle intercettazioni non possano finire in pasto all'opinione pubblica fuori dalle regole.

    Mi sono limitata a riportare quanto era contenuto negli atti e nelle intercettazioni e quanto mi ha riferito il portavoce dell'on. Rutelli dopo il suo incontro con i magistrati. Purtroppo sono 15 anni che chi viene in qualche modo coinvolto o citato in vicende giudiziarie tende ad accusare i giornali che si limitano a descrivere, pur con molta parsimonia, quanto è contenuto negli atti delle inchieste.
    (f.s.)

    Fonte: Corriere della Sera - Francesco Rutelli - (f.s.) | vai alla pagina

    Argomenti: intercettazioni, napoli, magistrati, inchieste, regole, giornali | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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